Pensavamo che i giovani si fossero avvicinati alla tv e invece era il lockdown. Dopo la riapertura i numeri sono crollati di nuovo, insieme alle illusioni degli editori, la Rai in testa, che da anni inseguono con tigna e ottimismo la platea degli under trenta. In questa corsa disperata s’insinua uno strano fenomeno: oltre a rappresentare lo zoccolo duro del pubblico, gli anziani trovano un rinnovato protagonismo anche in scena. Una centralità, cercata e foraggiata, che si arricchisce lentamente di sfumature adolescenziali. Una clip di Ballando con le stelle (Rai1) mostra Enrico Montesano, già novax e complottista, con una maglietta della Decima mas, la violenta flottiglia della Repubblica di Salò. L’attore saltella esibendo il motto dannunziano “memento audere semper”. Scoppia la polemica e lui, per dimostrare una biografia di sinistra, mostra una vecchia tessera del Psi e magliette con il Che. È stato un gesto post-ideologico, sembra dire, ma non basta: la Rai lo licenzia in tronco. Poche settimane prima un’altra antica frequentazione, Memo Remigi, in diretta aveva toccato il sedere della cantante Jessica Morlacchi, considerandolo, dirà poi, un gesto irriverente ma fatto con simpatia. Un Franti brizzolato in un contesto informale. Decreto Rai anche per lui in attesa di un’intervista riparatoria. I nonni sono i nuovi giovani, gli agitatori dell’ultimo miglio, antagonisti un po’ smemorati che vorrebbero audere (o auditel) semper. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1487 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati