L’artista italiano Nico Vascellari ha recentemente realizzato un’opera molto discussa dal titolo Tre, quattro galline. Si tratta di una scatola colorata, con dei grandi occhi disegnati sui bordi, che produce suoni assai simili a quelli fatti dalle galline ovaiole nelle gabbie di contenimento. Vascellari è vegetariano e, pur non avendo mai schiacciato il suo lavoro artistico su questa scelta, ha voluto ricordarci con un’opera che nel titolo ha quantità incerte – “tre, quattro” – come gran parte degli animali che consumiamo sia per noi solo quantità e mai qualità. Mangiamo o conosciamo “la gallina”, ma mai quella gallina lì, quello specifico soggetto, e ci facciamo un’idea abbastanza sciocca delle cose del mondo (“stupida come una gallina”). Eppure le galline hanno un loro linguaggio, fatto di vocalizzi e mimiche, che serve a comunicare informazioni diverse: una prova della loro autocoscienza e della consapevolezza che hanno degli altri. Insomma le galline sono esseri molto intelligenti, tecnicamente più intelligenti di un bambino di sei anni. Lesley Rogers, una delle più importanti ricercatrici mondiali in neuroscienze e comportamento animale, ha scoperto la latera­lizzazione cerebrale nelle galline quando si riteneva che solo il cervello umano fosse diviso in due emisferi con funzioni differenti. Vascellari, attraverso l’arte, ci costringe essenzialmente a questo: osservare chi sono gli animali di cui parliamo senza sapere nulla, e poi decidere come comportarci davvero. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1498 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati