È il magistrato che guida le indagini sull’esplosione dell’agosto 2020 al porto di Beirut. È considerato incorruttibile e non ha rapporti con i politici. Per questo molti cercano di fermarlo Leggi
Libano Il giudice Tarek Bitar, che indaga sull’esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020, ha incriminato il 24 gennaio il procuratore generale Ghassan Oweidat, l’ex... Leggi
L’esplosione del 4 agosto al porto della capitale libanese e le sue cause ricostruite minuto per minuto in un video di Forensic Architecture. Leggi
Ora in Libano i due gruppi più potenti sono Hezbollah e il movimento di protesta. Sono loro che dovranno trovare un accordo per riformare lo stato. Leggi
A una settimana dall’esplosione a Beirut, il primo ministro ha annunciato le dimissioni dell’esecutivo. È una vittoria per i manifestanti, che però vorrebbero un rinnovamento dell’intera classe politica. Leggi
Gli aiuti umanitari e i fondi per la ricostruzione devono essere gestiti da un nuovo consorzio formato da funzionari governativi, ong e organizzazioni internazionali, non dall’attuale classe dirigente. Leggi
Per la crisi economica c’eravamo organizzati. Per la pandemia c’eravamo adattati. Ma l’esplosione nel cuore di Beirut è più di quanto possiamo sopportare. Leggi
Maya e Nancy Yamout lavorano da anni con i detenuti della prigione di Roumieh, nella capitale libanese, per evitare che i giovani siano reclutati dagli estremisti islamici. Leggi
“Ci sono momenti in cui penso allo Yemen, alla mia famiglia che soffre per la guerra mentre io sono qui in Libano. La cosa bella del roller derby è che quando comincio a giocare dimentico tutto”, racconta Hadeel al Hubaishi, detta Shiny tiny, che ha lasciato il suo paese grazie a una borsa di studio e fa parte della prima squadra femminile di roller derby a Beirut. Il video di Huck Magazine. Leggi
I Postcards sono un gruppo folk di Beirut. Alla fine del loro tour in Italia, hanno suonato davanti alla stazione di Roma. Il video di Termini tv. Leggi
Ventiquattr’ore prima di Parigi, il gruppo Stato islamico colpiva Beirut senza provocare altrettanta solidarietà con le vittime. C’è di che interrogarsi sui motivi di questa differenza nella percezione dei due eventi nell’opinione pubblica di tutto il mondo. Leggi
L’attentato più grave, compiuto a Beirut dalla fine della guerra civile nel 1990, segna la fine di una tregua durata poco meno di due anni nella capitale libanese e mette in luce la pressione a cui è sottoposto il gruppo Stato islamico, che in un momento di difficoltà in Siria e Iraq, ha deciso di attaccare la Russia ed Hezbollah, i principali alleati di Bashar al Assad. Leggi
Sono almeno 43 i morti provocati dall’attentato del gruppo Stato islamico a Beirut, nel quartiere residenziale sciita di Burj el Barajneh, roccaforte del partito filoiriraniano Hezbollah. I feriti sono più di 200. Leggi
Le manifestazioni in corso in Libano, pacifiche nonostante la rabbia, non chiedono la caduta di un uomo ma quella di un’intera classe politica, improvvisamente diventata insopportabile per gran parte della popolazione, composta soprattutto da giovani che vivono in città. Leggi
Quarant’anni fa cominciò la guerra civile in Libano, un conflitto che in 15 anni causò 120mila morti e un milione di sfollati. Nel 1991, a un anno dalla fine dei combattimenti, il fotografo Gabriele Basilico e la scrittrice Dominique Eddé documentarono le devastazioni nel centro di Beirut. Leggi
Centinaia di studenti e attivisti sono scesi in piazza a Beirut, in Libano, per chiedere al ministro dell’interno Nouhad Machnouk di riconoscere i matrimoni civili. Secondo gli attivisti, una legge del 1936 che legalizza i matrimoni civili consentirebbe già di celebrarli, ma il ministro sostiene che per rendere effettiva la legge, ci sia bisogno che il governo emani un decreto attuativo. In un’intervista il ministro ha detto che chi vuole celebrare nozze civili può andare a Cipro. Infatti molti libanesi che vogliono sposarsi con rito civile vanno in Turchia o a Cipro, perché il Libano riconosce i matrimoni civili contratti all’estero, ma non li permette nel paese. Secondo gli attivisti, le nozze civili aiuterebbero anche a superare le divisioni settarie. The Daily Star
Da tre anni un gruppo indie-rock libanese domina la scena musicale del Medio Oriente e del Nordafrica. I suoi musicisti hanno meno di trent’anni e sono solo la punta dell’iceberg di una scena artistica e culturale che in Libano non ha mai smesso di vibrare. Sono i Mashrou’ Leila, che in arabo vuol dire progetto notturno o progetto di Leila, visto che “leila” non è solo un nome ma significa anche notte. Leggi
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati