Vaticinio ottimistico. Voteremo a sinistra, scontenti e combattivi. La destra comunque vincerà. Chi vive di governo e sottogoverno correrà in soccorso dei vincitori. Quelli che considerano desuete destra e sinistra terranno un piedino lungimirante nell’una e un piedino lungimirante nell’altra. Noi felici pochi ci rimboccheremo le maniche e diventeremo una sinistra poderosa che la trionferà alle future partecipatissime elezioni. Vaticinio pessimistico. La destra stravincerà. Il terzo polo diventerà il suo servizievole centro. La sinistra bene educata farà una ragionevole opposizione nell’interesse del paese, e così da rampante che voleva essere diventerà prima dimezzata, poi inesistente. Una buona congiuntura economica – cioè un miracolo – farà di Giorgia Meloni, poliglotta, un modello strepitoso per il pianeta ormai quasi tutto di destra. I ricchi saranno più ricchi, gli agiati più agiati, e semipoveri e poveri riceveranno più briciole. Vaticinio soltanto. La destra vincerà e andrà subito in pezzi. L’Italia, invece di risollevarsi, franerà più di prima tra vecchi e nuovi disastri planetari: economici, sociali, climatici, guerreschi. La Lega espellerà Salvini. Lui cercherà di farsi fratello nerissimo
d’Italia per scalzare l’inadeguata sorella. I draghetti invocheranno un governo di salvezza nazionale e internazionale guidato da Draghi. I Draghi, però, saranno esauriti.

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Questo articolo è uscito sul numero 1477 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati