Il 24 aprile Fox News, una delle principali emittenti tv statunitensi, ha annunciato l’allontanamento di Tucker Carlson, il suo giornalista più noto. Carlson conduceva... Leggi
In Italia ci sono pochi giornalisti di origine straniera. Per loro l’accesso alla professione è più difficile, ma questo fatto non sembra interessare la categoria Leggi
In Siberia non tutte le famiglie dei giovani mandati a combattere in Ucraina credono nella propaganda del Cremlino. Ma criticare il potere è molto difficile. Il reportage video di due giornalisti russi indipendenti. Leggi
Una ricerca ha cercato di valutare l’effetto degli errata corrige pubblicati nei giornali sulla fiducia di lettori e lettrici. Leggi
Stella Nyanzi non si arrende mai. Nonostante il carcere e l’esilio continua a denunciare il regime trentennale del presidente ugandese. Leggi
L’immagine di una bambina spaventata che corre nuda, ustionata da un bombardamento al napalm, è uno dei simboli del conflitto. Ma è vero che ha spinto gli Stati Uniti a ritirarsi? Il video di Le Monde. Leggi
Il crollo alla Marmolada è l’ultimo campanello di allarme di un’emergenza che spesso viene rimossa. I mezzi di comunicazione devono impegnarsi a informare correttamente l’opinione pubblica e a fare crescere un senso di responsabilità. Leggi
La ministra dell’interno britannica ha approvato l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti. Il fondatore di Wikileaks potrà fare appello, ma rischia di affrontare un processo per spionaggio e, probabilmente, il carcere a vita. Leggi
Il governo greco e le aziende private ostacolano le inchieste giornalistiche sulla gestione dei fondi europei, l’accoglienza dei migranti, gli scandali farmaceutici. E l’omicidio del reporter Giorgos Karaivaz, ucciso nel 2021, è ancora irrisolto. Leggi
Il 9 maggio sono stati assegnati i premi Pulitzer, i più importanti riconoscimenti giornalistici del mondo. Il Washington Post è stato premiato nella categoria “Giornalismo... Leggi
I reporter locali sono essenziali per raccontare la guerra ucraina all’estero. Ma spesso le testate internazionali li sottopagano e non garantiscono la loro sicurezza. Leggi
Kjašif Smajlović venne ucciso la mattina del 9 aprile 1992. Dopo l’inizio degli attacchi serbi decise di non scappare e raccontare cosa stava succedendo. Nessuno è stato mai processato per il suo omicidio. Leggi
Giornalista di Radio Radicale, è uno dei maggiori esperti di tracciamento di navi e aerei. Ricostruisce i movimenti dei migranti e le operazioni di soccorso in un tratto di mare da cui non arrivano più informazioni ufficiali. Leggi
Legato al movimento spirituale cinese Falun gong, che ha subìto la repressione di Pechino, l’Epoch Times è diventato cassa di risonanza dei movimenti contro i vaccini e delle posizioni xenofobe dell’estrema destra. Leggi
Da tempo i mezzi di comunicazione indipendenti incontrano grandi difficoltà in Russia. L’ultima vittima è il giornale in cui lavorava Anna Politkovskaja. Putin vuole che i russi abbiano accesso a un’unica fonte di informazioni: la sua. Leggi
In occasione del conflitto in Ucraina, la Bbc ha ricominciato a usare le onde corte. In questo modo le notizie possono viaggiare lontano, e raggiungere più facilmente russi e ucraini. Leggi
L’uccisione di cinque giornalisti in Messico in poco più di un mese ha risvegliato l’attenzione del paese sui rischi a cui sono esposti i professionisti dell’informazione, soprattutto quelli che lavorano per piccoli giornali o radio locali. Ma il problema riguarda tutta l’America Latina. Leggi
La pandemia, il riscaldamento climatico, le dispute nel mondo della scienza, l’uso dei database e delle osservazioni satellitari richiedono ai reporter un costante aggiornamento, che in molti casi è promosso da riviste e università. Leggi
Per un giornalista ci sono due modi per accedere al confine da cui cercano di passare i migranti provenienti dalla Bielorussia: accompagnati dai militari oppure fingendo di essere qualcos’altro e scoprendo molto di più. Leggi
L’altro può essere il nostro nemico, il nostro dio o il nostro interlocutore. L’umanità è sempre stata di fronte a queste tre scelte. E ogni volta che ha preferito la guerra ha sbagliato. Dall’archivio di Internazionale un articolo di Ryszard Kapuściński, a 15 anni dalla sua morte. Leggi
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