Giordania

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Anche se pretende di essere moderato, il regime che governa la Giordania usa metodi autoritari. Non solo contro le proteste, ma anche nella gestione ordinaria della vita dei cittadini Leggi

Intanto nel mondo

Chiusura delle università alle donne e proteste represse in Afghanistan, Donald Trump accusato di cospirazione, scontri in Giordania per la crisi economica. Leggi

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La rinuncia del principe

Con una dichiarazione pubblicata su Twitter il 3 aprile l’ex erede al trono della Giordania Hamza bin Hussein, fratellastro del re Abdallah II, ha rinunciato al titolo di... Leggi

La lunga strada delle donne giordane verso l’uguaglianza

Una recente modifica alla costituzione ha portato alla luce la politicizzazione della questione femminile, le divisioni interne al movimento delle donne e i conflitti che emergono quando si parla dei loro diritti nel paese. Leggi

Cambiamento a parole

Il p arlamento ha aggiunto la parola “giordane” alla costituzione, che in precedenza faceva riferimento ai cittadini usando il maschile plurale come genere non marcato,... Leggi

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La crisi della monarchia in Giordania preoccupa il Medio Oriente

Il regno è un paese debole ma strategico, in una zona del mondo senza pace. Quello che sta accadendo non è chiaro: è un complotto di palazzo o un disegno di destabilizzazione regionale? Leggi

Giustiziati quindici prigionieri in Giordania, di cui dieci condannati per terrorismo
Giustiziati quindici prigionieri in Giordania, di cui dieci condannati per terrorismo. I prigionieri, tutti di nazionalità giordana, sono stati impiccati all’alba del 4 marzo in una prigione nel sud del paese. Cinque dei giustiziati erano stati condannati per stupro o molestie sessuali. Tra i giustiziati per terrorismo invece c’erano i responsabili degli attacchi contro l’ambasciata giordana a Baghdad nel 2003, contro l’anfiteatro romano ad Amman nel 2006 e contro ufficiali di sicurezza nel campo rifugiati di Baqaa nel 2016 e dell’uccisione dello scrittore Nahid Hattar, sempre nello stesso anno.
Il gruppo Stato islamico rivendica l’attentato a Karak, in Giordania
Il gruppo Stato islamico rivendica l’attentato a Karak, in Giordania. Lo denuncia il gruppo Site, che monitora le attività online dei jihadisti. Il 18 dicembre nove cittadini giordani e una turista canadese sono rimasti uccisi in una sparatoria nella fortezza d’epoca crociata della città, una nota attrazione turistica. Le autorità giordane hanno lanciato una caccia all’uomo alla ricerca di complici dei quattro islamisti che hanno compiuto l’attentato e alcune agenzie parlano di pesanti scontri a fuoco in un villaggio poco distante da Karak. Secondo l’Afp durante la sparatoria quattro agenti delle forze di sicurezza giordane sono rimasti uccisi.
Liberati gli ostaggi nel castello di Karak, in Giordania.
Liberati gli ostaggi nel castello di Karak, in Giordania. Le forze di sicurezza giordane hanno liberato le persone tenute in ostaggio nel castello di Karak e ucciso quattro dei terroristi che si erano asserragliati nel castello medievale dopo aver sparato contro delle pattuglie di polizia nel centro della città. Nell’attacco terroristico sono morte almeno nove persone, quattro delle quali civili. L’azione non è stata rivendicata. Secondo il ministero dell’interno gli aggressori indossavano delle cinture esplosive e stavano pianificando altri attentati.
In azione
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Quattro civili e cinque poliziotti sono morti in un attacco armato a Karak, nel sud della Giordania
Quattro civili e cinque poliziotti sono morti in un attacco armato a Karak, nel sud della Giordania. Uomini armati hanno aperto il fuoco nella città per poi barricarsi in un castello di epoca crociata prendendo in ostaggio alcuni turisti. Oltre ai morti, almeno 29 persone sono state ferite. Le forze di sicurezza giordane hanno circondato il castello e stanno intervenendo per liberare gli ostaggi e catturare i sei terroristi. Nessun gruppo ha rivendicato l’attacco.
La vita si ferma nel campo profughi di Zaatari

Il campo profughi di Zaatari si trova nel nord della Giordania. Da quando è stato fondato, nel luglio del 2012, ha accolto mezzo milione di profughi scappati dalla guerra in Siria. Ma oggi molti dei rifugiati scappano per raggiungere l’Europa o per tornare nel loro paese. Leggi

Tre istruttori militari statunitensi uccisi in Giordania.
Tre istruttori militari statunitensi uccisi in Giordania. Secondo le prime ricostruzioni alcuni soldati statunitensi avrebbero cercato di entrare nella base aerea di Al Jafr, nel sud della Giordania, senza rispettare le procedure previste. Gli agenti di sicurezza hanno quindi aperto il fuoco uccidendo un soldato e ferendone altri due che sono morti una volta trasportati all’ospedale. Secondo altre ricostruzioni la sparatoria sarebbe avvenuta mentre il veicolo con gli istruttori si stava avvicinando all’ingresso della base. È comunque molto probabile che si tratti di un incidente e non di un attacco di qualche genere.
La Giordania consegnerà gli aiuti ai rifugiati siriani bloccati al confine.
La Giordania consegnerà gli aiuti ai rifugiati siriani bloccati al confine. Amman ha annunciato che nelle prossime settimane verranno consegnati gli aiuti umanitari ai 75mila rifugiati siriani bloccati in una zona desertica al confine con la Siria, dove è stata istituita una zona militare. Secondo l’Onu, più del 75 per cento delle persone bloccate nel deserto sono donne e bambini.
In Giordania ucciso uno scrittore accusato di blasfemia
In Giordania ucciso uno scrittore accusato di blasfemia. Nahed Hattar è stato ucciso a colpi di arma da fuoco davanti al tribunale dove stava per tenersi il suo processo. Era accusato di aver offeso la religione islamica per aver diffuso una vignetta satirica sui jihadisti. L’assassino è stato arrestato.
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La Giordania al voto si prepara al ritorno dei Fratelli musulmani

Il 20 settembre più di quattro milioni di giordani sono chiamati alle urne per le elezioni legislative, che per la prima volta si svolgono con un sistema di rappresentanza proporzionale. Leggi

Oggi si vota in Giordania.
Oggi si vota in Giordania. Per la prima volta, si vota con un sistema proporzionale. Le consultazioni si tengono dopo che a maggio il re Abdullah II, che guida il regno hashemita, ha sciolto il parlamento nominando un premier ad interim. La Giordania, alle prese con la crisi economica e con quella dei profughi potrebbe essere spinta verso la democrazia dal voto dei giovani, la fascia più colpita dalla disoccupazione.
La Giordania blinda i confini con la Siria e l’Iraq.
La Giordania blinda i confini con la Siria e l’Iraq. La decisione di dichiarare “zona militare” l’area di frontiera con i due paesi è stata presa dopo l’attentato del 21 giugno vicino a Rukban, in cui sono rimasti uccisi sei soldati giordani. L’attacco, che non è stato rivendicato, è partito dalla Siria e ha colpito una zona vicina a un accampamento di profughi siriani. Il governo ha dichiarato inoltre che non creerà nuovi campi d’accoglienza, e che sospenderà tutte le attività nella regione, comprese quelle umanitarie.
Un’esplosione uccide sei soldati giordani fuori da un campo profughi
Un’esplosione uccide sei soldati giordani fuori da un campo profughi. L’attacco con un’autobomba è avvenuto nel distretto di Rukban, nel nord desertico della Giordania, dove decine di migliaia di siriani hanno formato un accampamento informale appena oltre il confine con il loro paese. La Giordania accoglie quasi 1,4 milioni di siriani, di cui 630mila sono stati registrati dalle Nazioni Unite. Le forze armate di Amman partecipano alla coalizione che combatte contro il gruppo Stato islamico. Secondo una fonte del governo giordano, l’autobomba veniva dalla Siria.
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